Birrificio Troll news Geisha e Karuna

Il vino di chi il vino non ce l’ha

Cosa sono i Barley Wine: storia e uso di una birra che affonda le proprie radici nell’antica Grecia.
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Barley wine, letteralmente vino d’orzo: uno stile brassicolo ad alta fermentazione che nasce in Inghilterra nel XVIII secolo. In effetti le birre che rientrano in questo stile si accostano più al mondo dei vini che a quello delle birre, per sapore e per tenore alcolico: sono prodotti che volevano dichiaratamente essere competitivi con il rivale vino, venivano perciò lasciate in botti da vinificazione fino anche a due anni e da queste catturavano alcune sostanze organolettiche riconoscibili nel loro corpo: profumi di spezie e aromi legnosi, strutture importanti e zuccherose e, nella maggior parte dei casi un tasso alcolometrico piuttosto elevato.
Ma perché gli inglesi hanno deciso di sviluppare queste birre? Nel XVIII il mercato e l’esportazione erano ricchi di prodotti provenienti da ogni parte del mondo e la Francia, da sempre dell’Inghilterra, la faceva da padrona con vini pregiati come i Bordeaux e i Borgogna, stringendo alleanze importanti grazie ad un prodotto sempre più apprezzato e richiesto; la vite però non ha mai dato risultati importanti in terra britannica, ed è allora che gli inglesi ripresero una tradizione già consolidata dall’antichità: il vino d’orzo.
Queste fermentazioni sono note da ben prima del XVIII secolo: i greci non bevevano solo vino, ma anche vino d’orzo, il krithinos oinos, per l’appunto vino d’orzo. Questa bevanda era già presente proprio nell’antica Grecia, possiamo considerarla la madre della birra, conservata in crateri d’oro e d’argento come ci raccontano Senofonte e Polibio; il termine moderno parrebbe invece derivare dalla popolazione gallica che utilizzava la parola “brace” proprio per indicare la birra.

Ma torniamo alle Barley Wine inglesi, il primo birrificio ad etichettarne fu il famigerato Bass, quello dal triangolo rosso per capirci, e la chiamo proprio N°1: era una birra dai sentori forti e dai rimandi vinosi ma il volume alcolico non era poi così alto, infatti all’epoca una caratteristica dei barley wine era quella di essere la birra più alcolica prodotta da quel birrificio, in partica oltre ad essere uno stile preciso, rappresentava anche il prodotto con la gradazione più alta della produzione brassicola: nel paradosso si potevano incontrare barley wine da 6° gradi!!!!
Queste birre sono perdurate nel tempo, oggi rappresentano una piccola parte della produzione, una percentuale molto più bassa rispetto a stili più “semplici”, sono caratterizzate da colori scuri dall’ambrato fino al marrone scuro/nero, generalmente è presente pochissima schiuma, vengono servite in calici da brandy, assumendo il nomignolo di birre da caminetto o meditazione: immaginatevi su una poltrona mentre fuori nevica, il caminetto accesso e scoppiettante, in una mano tenete un sigaro o una pipa e nell’altra un calice con una di queste birre… ebbene questa è l’immagine che meglio rappresenta queste birre, che vanno gustate non fredde, anche a 18°C, in un ambiente che trasmetta quiete, a piccoli sorsi alternando altri sapori forti e strutturati.
E con cosa abbino la mia Barley wine? Ebbene, come in tutti i casi del foodpairing non esiste una regola assoluta, ma questi sono i consigli migliori che possiamo darvi: con i dessert, in particolare dolci con molto cioccolato, magari fondente; frutta sotto spirito come coccola finale del pasto o addirittura, per chi vuole ardire con i formaggi erborinati o dalla stagionatura importante: per tirare un po’ il detto “ se cresce insieme sta bene insieme”, gustatevi un pezzetto di Stilton, formaggio erborinato inglese vincitore di molteplici premi, e beveteci sopra qualche sorso di Thomas Hardy’s Ale, una delle più note birre che meglio hanno saputo interpretare questo stile.
Le Barley wine non solo rappresentano un legame ancora ben saldo con la tradizione di un prodotto antico, ma anche l’evoluzione di uno stile non facile e non commerciale, che però, se conosciuto e apprezzato nel modo giusto, regala sorprese e piccole godurie caserecce.

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